Skip to main content

Sopravvivere alla violenza

Sopravvivere alla violenza

La violenza lascia dei segni, non solo fisici. Una donna che ha subito maltrattamenti può sentirsi annullata, priva di valore, incapace, indegna di affetto, spaventata, o addirittura colpevole degli stessi abusi di cui è stata vittima.

La strada per ricostruire se stessa e una vita soddisfacente passa attraverso 4 “A”:

Autostima

In opposizione alla squalifica e alla denigrazione, è possibile ricominciare a credere in se stesse e costruirsi un’immagine di sé positiva, di valore e dignità personale.

Autonomia

In opposizione alla limitazione della libertà e alla dipendenza, è possibile ristabilire un giusto livello di auto-determinazione, indipendenza e affermazione personale.

Assertività

In opposizione all’isolamento e alla passività, è possibile allargare la propria rete sociale e comunicare con gli altri in modo positivo, autentico, assertivo.

Affettività

In opposizione alla sottomissione, all’esagerata gelosia e al controllo, è possibile ricominciare a stabilire relazioni affettive caratterizzate dal rispetto e dalla parità.

Chi è uscito da una storia di abusi e di sopraffazioni non ha un destino segnato di sofferenza e sottomissione. La violenza cambia le persone, che però hanno sempre la possibilità di prefiggersi quegli obiettivi di crescita personale che la violenza ha ostacolato, inibito, frustrato per molto tempo.

A volte, per riprendere contatto con la persona che si era prima di attraversare l’inferno degli abusi, è necessario uno spazio in cui poter dire l’indicibile, estrarlo da sé, analizzarlo prima di accantonarlo. Infine, riposizionare lo sguardo sul presente e sul futuro e sulla nuova vita che ci si ripropone.

I servizi del “Cerchio di Banpo”

Continua a leggere

Fronteggiare la violenza

Fronteggiare la violenza

La fondamentale manifestazione della violenza nelle relazioni intime consiste in tutta una serie di strategie anche molto sottili per acquisire e mantenere una solida posizione di potere e controllo. Di conseguenza, chi è prigioniero di una relazione maltrattante difficilmente riuscirà a liberarsene da sola.

Se la violenza è molto grave, la pericolosità del maltrattante è elevata e la donna ha bisogno di un immediato allontanamento, è necessario chiedere aiuto presso le Forze dell’ordine, i Servizi sociali del proprio Comune, oppure chiamando il numero nazionale anti-violenza 1522 per essere inviata presso il Centro anti-violenza più vicino.
Nei casi in cui l’incolumità della donna non è immediatamente a rischio e per i motivi più vari, la fuga non è una soluzione che la persona desidera mettere in atto, un intervento mirato alla tutela della sicurezza personale è comunque possibile.

L’elaborazione di un piano di sicurezza personalizzato mette la vittima nella condizione di essere maggiormente consapevole delle proprie risorse personali e delle risorse disponibili all’interno della comunità. Attraverso una attenta analisi comportamentale, vengono individuate le azioni e le strategie per incrementare il livello di sicurezza personale e dei propri figli, ed essere preparata alla successiva esplosione di violenza sapendo di avere delle scelte possibili su come rispondere ad essa. Difficilmente il maltrattante modificherà il proprio comportamento aggressivo, e la donna che subisce la violenza non potrà mai avere il potere di gestirla, tuttavia la donna può rendere se stessa più efficace nel proteggersi.

Denunciare le violenze e chiedere un intervento a livello istituzionale (da parte della Giustizia o dei Servizi sociali) è comunque lo strumento di tutela principale e talvolta insostituibile, oltre che un diritto delle cittadine.

Continua a leggere

fEMPOWER: il libro

fEMPOWER: il libro

Una esperienza di gruppo per donne vittime di violenza nelle relazioni sentimentali.

Dal 2006 al 2019 la dott.ssa Grilli ha collaborato con il centro antiviolenza di Ancona “Donne e Giustizia”. All’interno di questa collaborazione è stato realizzato un laboratorio di donne, sopravvissute alla violenza maschile, che desiderano ricostruire se stesse, riprendere in mano la propria vita, che la violenza aveva tentato di scippare, schiacciare, annichilire. Una volta ritrovata la libertà dalla violenza, la sfida è quella di rimettere insieme i pezzi, per tornare ad essere serene, con una sana fiducia in se stesse, capaci di difendere i propri diritti, concentrate sul proprio benessere personale.

Il gruppo fEMPOWER mirava a fornire alle donne che lo desideravano uno spazio nel quale liberamente esprimere se stesse, in un clima di accoglienza e di rispetto. La relazione fra donne è già un elemento di sostegno psicologico importante, di grande aiuto nel contrastare gli effetti devastanti della violenza psicologica (insulti, squalifiche, umiliazioni, minacce, intimidazioni, persecuzioni, controllo, isolamento, svalutazione, colpevolizzazione). Il gruppo è inoltre uno spazio di elaborazione e di innalzamento della consapevolezza rispetto alle seguenti aree:

  • conoscenza delle dinamiche della violenza e delle strategie di fronteggiamento ed autoprotezione;
  • conoscenza e gestione dell’ansia e delle paure;
  • affermazione personale e difesa dei propri diritti attraverso la comunicazione assertiva.

Dal laboratorio realizzato nel primo anno di attività del gruppo, è nato il libro FEMPOWER, che può essere una utile traccia per riproporre il laboratorio anche in altri contesti.

Scarica l’ebook in formato kindle

Scopri i servizi dedicati alle donne

Continua a leggere