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Tag: Psicoterapeuta a Chiaravalle

Disturbo da attacchi di panico

Disturbo da attacchi di panico

Chi soffre di attacchi di panico ha improvvisi e ripetuti episodi di ansia molto intensa, che possono durare alcuni minuti, in situazioni in cui non vi sono pericoli reali. Le paure più ricorrenti sono quelle di perdere il controllo di sé, di diventare pazzi, di morire improvvisamente (ad esempio per un attacco cardiaco) oppure di svenire. Il primo impulso è quello di fuggire dalla situazione in cui ci si trova. I sintomi fisici più comuni sono tachicardia, palpitazioni, tremori, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, senso di sbandamento, giramento di testa, torpore, formicolio, brividi.

Gli attacchi di panico possono accadere in qualunque momento, per cui alla fine si sviluppa la paura di avere un altro attacco. Quest’ultimo timore finisce per limitare la vita sociale e lavorativa di chi ne soffre, che inizierà ad evitare le situazioni in cui ha sperimentato un attacco.

La prima buona notizia per chi ha sperimentato attacchi di panico…

… è che nessuno dei timori che ha sono destinati ad avverarsi.

La tachicardia non significa che sta per arrivare un attacco cardiaco, ma solo che il proprio corpo è iper-attivato, come comunemente avviene quando si è in ansia; i giramenti di testa o la sensazione di avere la testa leggera non significano che si sta per diventare pazzi, né che si sta per svenire, è solo il prodotto dell’iperventilazione.

Tutti i sintomi fisici che si sperimentano, di fatto, sono il risultato dell’attivazione del nostro sistema di protezione dalla minaccia. La paura di perdere il controllo e di fare gesti inconsulti o impulsivi non è reale: anzi il controllo in quel momento è perfino maggiore di quello di cui si avrebbe bisogno. E nessuno con un disturbo d’ansia è destinato a diventare pazzo.

La seconda buona notizia…

… è che sono state messe a punto, negli ultimi decenni, tecniche con una buona efficacia per la remissione di questa sintomatologia. In particolare la terapia cognitiva – che identifica e modifica gli schemi di pensiero disfunzionali che tengono in vita l’ansia – e la terapia comportamentale – che permette la desensibilizzazione dell’ansia nelle situazioni a cui essa è associata.

Approfondisci altri disturbi d’ansia

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Violenza nelle relazioni intime

La violenza domestica consiste in una serie continua di maltrattamenti fisici, sessuali e psicologici agiti all’interno di una relazione intima da uno dei partner ai danni dell’altro allo scopo di ottenere e mantenere una posizione di potere e controllo.

Per le Nazioni Unite la violenza sulle donne rappresenta “una manifestazione della storica disparità di potere nei rapporti tra uomini e donne.”
Esiste una vasta letteratura internazionale sulla ricaduta della violenza sulla salute delle donne e dei bambini. Oltre ai danni fisici e alle invalidità, le conseguenze più frequenti sono anche di natura psicologica: disturbi d’ansia, depressione, disturbi alimentari. Non solo: la violenza che si consuma tra le mura domestiche produce isolamento dal contesto sociale e impoverimento in termini di competenze sociali, partecipazione e libertà.

Le vittime possono trovarsi ad essere intrappolate in una relazione maltrattante a causa di innumerevoli fattori, di cui il principale è il timore di ulteriori e più drammatiche violenze in seguito ad una eventuale separazione, fenomeno ormai noto col termine “stalking”.

Ricerche internazionali rilevano come anche qualora l’interruzione della relazione abusante non comporti rischi concreti per l’incolumità della donna, dopo la separazione comunque sale il rischio per la sua salute psichica, in termini di aumentata probabilità di incorrere in una sintomatologia depressiva causata sia dalle condizioni di vita particolarmente dure che dalle conseguenze della violenza subita sull’autostima e la capacità di auto-determinazione.

Terapia cognitivo-comportamentale

Terapia cognitivo-comportamentale

Lapsicoterapia cognitivo-comportamentaleha avuto uno sviluppo notevolissimo negli ultimi decenni, fino a diventare la più promettente forma di psicoterapia con efficacia validata. Essa combina insieme:

1. La psicoterapia comportamentale, che aiuta a modificare la relazione fra le situazioni nelle quali vengono sperimentate le difficoltà e le abituali reazioni emotive e comportamentali che la persona mette in atto in tali circostanze, mediante l’apprendimento di nuove modalità di risposta e il fronteggiamento attivo degli stati di disagio.

2. La psicoterapia cognitiva, che aiuta a individuare pensieri ricorrenti, schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà, che sono antecedenti alle forti e persistenti emozioni problematiche vissute dal paziente, rivedendoli alla luce di un pensiero più realistico e più funzionale al proprio benessere.

Di seguito le principali caratteristiche della terapia cognitivo-comportamentale:

È scientificamente fondata

Privilegia la psicologia sperimentale ed il metodo scientifico; la sua efficacia nel trattamento di numerosi disturbi psicologici è stata convalidata empiricamente.

È a breve termine

La durata del percorso è legata al fatto che esso è orientato ad uno scopo e focalizzato sulla risoluzione di problemi psicologici concreti.

È centrata sul presente e sul futuro

Il ricordo di eventi passati può essere utile per capire come determinati problemi si sono strutturati nel tempo, ma difficilmente è sufficiente a risolverli. La terapia cognitivo-comportamentale al contrario mobilita le risorse attuali del paziente e suggerisce strategie con una utilità pratica nel qui-e-ora.

È efficace a lungo termine

L’efficacia è legata al fatto che la terapia aiuta il paziente a strutturare una serie di abilità che entrano a far parte del suo repertorio comportamentale. Una serie di ricerche dimostra che i cambiamenti ottenuti con queste tecniche si mantengono nel tempo. È stato ampiamente dimostrato che la terapia cognitivo-comportamentale è efficace almeno quanto gli psicofarmaci nel trattamento della depressione e dei disturbi d’ansia, ma molto più efficace nel prevenire le ricadute.

Terapie cognitivo-comportamentali di terza generazione nelle quali la dott.ssa Grilli si è formata:

COMPASSION FOCUSED THERAPY

SCHEMA THERAPY

Approfondimenti

FILOSOFIA DEL TRATTAMENTO

SCEGLIERE UNA PSICOTERAPIA

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Servizio di consulenza

Servizio di consulenza breve

Iniziare una psicoterapia implica un impegno di tempo e di sforzi oltre che economico, che potrebbe scoraggiare molte persone dall’intraprendere questo percorso, spesso visto come un lavoro lungo anni.

La richiesta di una psicoterapia breve corrisponde alla costruttiva motivazione verso un incisivo cambiamento nella propria vita, da conseguire rapidamente.

Il servizio di consulenza psicologica consiste in una serie di incontri in un arco di tempo limitato che consente di definire il problema e di tratteggiare un quadro completo delle sue cause, nonché dei fattori predisponenti, precipitanti e di mantenimento del problema stesso. Sebbene nella psicopatologia grave questo non sia sufficiente, comprendere con chiarezza le radici del proprio malessere offre la possibilità di sfatare determinate convinzioni irragionevoli su di sé, smettere di porre in essere strategie disfuzionali o addirittura dannose di soluzione del problema, alleviare l’ansia del non conoscere la natura del disturbo, ma soprattutto relazionarsi in modo più benevolo e amichevole verso se stessi.

In alcuni casi di lieve gravità questo percorso può già attivare un cambiamento mobilitando in positivo le potenzialità del paziente precedentemente orientate nella direzione sbagliata o annichilite dai dubbi e dalle incertezze su di sé.

In altri casi, invece, questo lavoro potrà costituire la valutazione iniziale di una vera e propria psicoterapia che il paziente sarà sempre libero di intraprendere o meno. In ogni caso, rappresenta una opportunità di inquadrare la propria situazione guardandola con occhi diversi, in un’ottica positiva, fattiva, utile a porre le fondamenta di una svolta nella propria vita.

Approfondimenti

LA TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE

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FILOSOFIA DEL TRATTAMENTO

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LA COMPASSION FOCUSED THERAPY

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Filosofia del trattamento

Filosofia e principi del trattamento

Non tutti gli approcci psicoterapeutici possono vantare lo stesso livello di efficacia, ed è giusto che chi si orienta verso una psicoterapia si ponga domande sulla metodologia del professionista al quale si affiderà, prediligendo un approccio scientifico e basato sulle tecniche più efficaci per la risoluzione di una determinata sintomatologia.

In linea con la tradizione che deriva dalla terapia del comportamento, la scelta metodologica di questo studio di psicoterapia è quella di privilegiare le prassi scientifiche ed empiricamente accertate come efficaci sulla base di una solida ricerca di base. L’approccio terapeutico si configura in altri termini come evidence-based ed in linea con le raccomandazioni e le linee guida internazionali che individuano nella Terapia cognitivo-comportamentale il trattamento elettivo per la maggior parte dei disturbi psicologici e dei problemi di comportamento.

Vi è alla base una filosofia pragmatista, che pone l’enfasi sulla individuazione e misurazione delle variabili che causano il problema o che contribuiscono a tenerlo in vita, nonché misurazione in termini di raggiungimento degli obiettivi di cambiamento che il paziente si pone.

In opposizione agli approcci di tipo “consolatorio” o “discorsivo” basati sullo sfogo e sull’interpretazione, la terapia cognitivo-comportamentale mira ad una attiva acquisizione di abilità da parte del paziente, che diventerà quindi più capace di fronteggiare le situazioni di stress o di sofferenza emotiva.

In perfetta sinergia con l’approccio cognitivo-comportamentale, il trattamento si ispira anche alla prospettiva di genere, attenta alle determinanti sociali, culturali ed educative che hanno un impatto sugli aspetti emotivi, cognitivi e comportamentali delle donne e degli uomini in quanto tali.

Approfondimenti

LA TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE

LA COMPASSION FOCUSED THERAPY

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IL MIO METODO DI LAVORO

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