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Autore: elena

Le parti di me

Le parti di me

Un’esperienza comune che facciamo come esseri umani è la sensazione di non essere un tutt’uno omogeneo e statico, quanto piuttosto un insieme eterogeneo di parti diverse tra loro.

Un vero casino!

Potremmo chiamarle “parti di noi” oppure “sfaccettature della nostra personalità”. Si tratta di aspetti del nostro modo di essere che ci permettono di essere adattabili, flessibili, capaci di rispondere in vari modi ai nostri bisogni in un ambiente mutevole.

Talvolta queste parti di noi ci appaiono in armonia tra di loro. Talvolta ci possono sembrare in conflitto o addirittura in contraddizione. Potremmo sperimentare una sensazione spiacevole di frammentazione o di confusione. Quante volte ci siamo detti: “Sono un vero casino!” Potremmo anche essere spaventati da lati di noi che emergono apparentemente senza motivo e nei quali in un secondo momento non ci riconosciamo.

La ricchezza di sfumature della nostra personalità di solito non è casuale. È anzi la struttura che ci siamo dati nello sforzo di adattamento all’ambiente in cui siamo cresciuti. Se di primo acchito ci appare incomprensibile, ognuna delle parti di noi c’è perché ci è servita, ci ha difeso, ci ha supportato, ci ha permesso di sopravvivere. Ha risposto a dei bisogni fondamentali, anche se potrebbe poi avere dei risvolti disfunzionali.

La personalità: un quadro dotato di senso

La clinica di stampo cognitivo-comportamentale dispone degli strumenti per rilevare le parti di noi, comprenderne il senso e il funzionamento, farne una sorta di mappa, un quadro dotato di senso, che ci permette di meglio conoscere quello che ci accade dentro nelle varie situazioni.

Superando il senso di vergogna e di colpa verso gli aspetti di noi meno sani, la terapia cognitivo-comportamentale consente di entrare nel meccanismo della nostra personalità senza giudizio e di potenziare la parte di noi più sana e funzionale.

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Disturbi di personalità

Disturbi di personalità

I disturbi di personalità sono caratterizzati da esperienze emotive e affettive inusuali ed estreme e, ovviamente, fonte di sofferenza e grave stress. Gli schemi di pensiero e di comportamento sottostanti sono poco sani e molto rigidi. Sono disturbi diversi tra loro, ma tutti determinano problematiche significative nelle relazioni e in generale, in ogni ambito della vita, fino al punto di comprometterle.

Secondo la classificazione del DSM V sono:

  • paranoide (sospettosità e diffidenza)
  • schizoide (freddezza e distacco emotivo)
  • schizotipico (eccentricità e idee bizzarre)
  • borderline (instabilità emotiva e relazionale)
  • narcisistico (grandiosità e bisogno di adulazione)
  • antisociale (disprezzo per gli altri, irresponsabilità)
  • istrionico (stravaganza e ricerca di attenzioni)
  • evitante (timidezza e isolamento)
  • ossessivo-compilsivo (perfezionismo e rigidità)
  • dipendente (sottomissione e mancanza di autonomia)

I sintomi possono essere lievi o severi. Le cause hanno sempre a che fare con esperienze precoci che hanno determinato l’instaurarsi degli schemi maladattivi. Essendo ancorati alla struttura di personalità, sono anche stabili e persistenti nel tempo, ma non immodificabili. Per molto tempo sono stati considerati i disturbi tra i più difficili da curare. Tuttavia negli ultimi anni sono stati messi a punto strumenti e tecniche di efficacia comprovata, capaci di mitigare enormemente i sintomi e la sofferenza connessa ad essi. La schema therapy è indubbiamente la terapia elettiva per i disturbi di personalità.

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Il cerchio di Banpo a Fabriano

Il cerchio di Banpo a Fabriano

Dal 17 ottobre al 21 novembre 2022 si è tenuto nella sede del centro antiviolenza “Artemisia” di Fabriano il laboratorio sull’autostima femminile “Il cerchio di Banpo“, ideato e gestito dalla psicoterapeuta Elena Grilli. Fedele all’idea con cui è nata l’idea di questo laboratorio, l’esperienza ha rappresentato un vero e proprio viaggio nel mondo femminile.

Descrizione dell’esperienza

Il laboratorio è consistito in cinque incontri per esplorare l’autostima e i fattori che l’alimentano (o viceversa l’ostacolano). Ci sono state esercitazioni pratiche per entrare in contatto con se stesse e rafforzare specifici aspetti dell’autostima, difendere i propri confini e diritti, esprimersi liberamente rimanendo fedeli a se stesse, dare e darsi valore.

La partecipazione è stata molto attiva, da parte di donne di Fabriano e dintorni di tutte le età. Si sono vivacemente messe in gioco portando esperienze, ricordi, emozioni toccanti, che hanno arricchito la generale conoscenza e consapevolezza del gruppo.

Le partecipanti hanno fatto emergere interessanti riflessioni a partire dalla propria vita. Una regola del gruppo infatti è che ogni vissuto è valido e merita attenzione, ascolto e rispetto. Il non giudizio è fondamentale e consente di esprimersi al proprio massimo e al proprio meglio, in un contesto accogliente in modo incondizionato.

Il laboratorio

Si tratta di un tipo di esperienza che porta la riflessione sulle determinanti personali, familiari e socio-culturali dell’appartenenza di genere che influenzano l’autostima personale. Da questa base si lavora attraverso il confronto di vissuti che permette di non sentirsi “sola” o “diversa”. Infine, si dà spazio a piccole esperienze di auto-rafforzamento.

IL CERCHIO DI BANPO è una iniziativa pensata per essere itinerante e può essere riproposta in altre sedi, su richiesta di associazioni o enti che hanno a cuore le tematiche di genere, con particolare riferimento all’impatto sul benessere femminile.

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Il fantastico Regno di Ottone

“Il fantastico Regno di Ottone” – scritto da Elena Grilli insieme a Myriam Fugaro, Antonella Pampolini e Monica Massaccesi – è una fiaba che descrive la realtà di famiglie dove c’è violenza, con il focus sulla violenza assistita.

Per i bambini e le bambine può essere importante comprendere quello che accade e la sofferenza personale che ne scaturisce. Questo aiuta ad elaborare ed accettare determinate scelte protettive, come quella di sottrarsi alla violenza, interrompendo il legame (anche temporaneamente) con il papà violento.

Scritto a partire dall’esperienza del Centro antiviolenza di Ancona, Donne e Giustizia, è pubblicato da Ventura edizioni.

Ordinabile presso: Donne e Giustizia, via Senigallia 16, Ancona – tel. 071205376 – donne.giustizia@gmail.com 

I personaggi della fiaba sono:

  • Re Ottone, premuroso con la regina, capace di giocare con i figli, acclamato e amato dal popolo
  • Regina Olimpia, una donna forte
  • Principessina Viola
  • Principino Blu
  • Cane Febo

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Laboratorio di autostima

Laboratorio di autostima

Una iniziativa gratuita, a beneficio delle donne di Fabriano, in collaborazione con il centro antiviolenza di Fabriano “Artemisia”.

Lunedì 17, 24 ottobre, 7, 14, 21 novembre 2022 – dalle ore 18-20

Gli incontri ruotano intorno a tematiche significative dal punto di vista dell’autostima femminile. Spesso le donne che ho intercettato nella pratica clinica o nelle collaborazioni con le varie realtà di contrasto della violenza di genere si pongono domande riferite appunto a questo aspetto. Quante volte ho udito affermazioni tipo:

  • “Io non mi amo abbastanza… me lo dico sempre che devo volermi più bene”;
  • “Mi sento così fragile, dovrei essere più forte”;
  • “Sono la peggiore nemica di me stessa, non credo abbastanza nelle mie capacità e ci sono dei lati di me che detesto!”

Di qui il desiderio di affrontare questioni inerenti il valore personale e il rapporto che ognuna di noi costruisce con se stessa. Il contesto è quello di gruppo, in cui il confronto con le altre possa fungere da motore di crescita e cambiamento.

Il laboratorio è molto esperienziale, arricchito da esercitazioni e attività attraverso le quali consolidare abilità e consapevolezze importanti.

Il gruppo è a numero chiuso. Ogni partecipante ha la possibilità di esprimersi, sperimentarsi e ricevere feedback nella misura in cui le è più utile. Vige una regola di totale libertà espressiva e di rispetto verso il vissuto di ciascuna, che per definizione viene considerato valido e quindi esente da qualunque tipo di giudizio.

I cinque incontri verteranno sulle seguenti tematiche:

  • Definire l’autostima e conoscerne le determinanti individuali, familiari e socio-culturali;
  • Valorizzare se stesse e i propri punti di forza, coltivare la fiducia nel proprio potenziale;
  • Riconoscere i rapporti tossici o dannosi per la propria autostima e difendersene;
  • Conoscere e affermare i propri diritti;
  • Sviluppare la capacità di difendere un confine personale;
  • Costruire rapporti sani, alla pari e basati sul rispetto.

Ogni incontro sarà composto da una piccola introduzione sul tema, seguito da attività, esercitazioni, riflessioni e discussione libera tra le partecipanti. Principi centrali del laboratorio sono la libertà di esporsi nella misura in cui lo si desidera e il non giudizio, al fine di garantire un contesto quanto più sereno e sicuro a tutte le partecipanti.

Qui qualche informazione in più sul laboratorio e su altri servizi dello studio rivolti alle donne.

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Piangere senza alcuna (apparente) ragione

Piangere senza alcuna (apparente) ragione

Il pianto è una reazione non solo comprensibile la maggior parte delle volte, ma anche salutare. Ci calma, riduce il dolore, comunica agli altri il nostro bisogno di aiuto. Ma può capitare di scoppiare a piangere senza alcuna apparente ragione. Perché?

Si piange quando siamo attraversati da una emozione forte o quando proviamo dolore fisico. Non è un segnale di debolezza come si ritiene a volte. A volte però può accadere senza che possiamo pienamente comprenderne le cause in quel momento. Magari non siamo affatto tristi o sconvolti per un motivo preciso. In questi casi è più facile che lo interpretiamo come qualcosa che non va in noi o una fragilità personale.

Depressione

Se si sta attraversando una fase di depressione il pianto senza apparente ragione può essere un sintomo. I sentimenti che tipicamente accompagnano l’umore depresso sono: solitudine, senso di colpa, sensazione di essere indegno come persona, disperazione e perdita di speranza, senso di vuoto interiore.

Ansia

Anche se non siamo spaventati o sconvolti da un fatto preciso, vi possono essere sensazioni di preoccupazione continua accompagnate da sensazioni fisiche spiacevoli di ansia. Queste ultime possono sfociare in un pianto che sembra arrivare in modo imprevedibile.

Difficoltà nella regolazione emotiva

Per motivi diversi, tra cui elevati livelli di stress, possiamo trovarci sopraffatti, senza essere consapevoli della tensione che il nostro corpo sta sperimentando in modo continuativo da tempo. Il pianto può essere uno dei modi attraverso cui queste tensioni vengono, almeno parzialmente, sciolte. È quindi di un meccanismo di regolazione emotiva.

Si piange sempre per un motivo, quindi, anche quando di quel motivo non siamo completamente consapevoli.

Non necessariamente significa che abbiamo un problema serio. Di sicuro il fenomeno ha a che fare con meccanismi di autoregolazione che ci aiutano.

Si può pensare di chiedere un aiuto professionale nei casi in cui sia frequente e duraturo oppure se impatta in modo eccessivo sulla vita quotidiana e sulle relazioni.

La terapia cognitivo-comportamentale

La terapia cognitivo-comportamentale può aiutare a:

  • identificare pensieri ed emozioni sottostanti,
  • discriminare livelli di tensione o stress che possono esserci a monte,
  • applicare una serie di strumenti e prassi di regolazione emotiva.

Nei casi di depressione o disturbi d’ansia la terapia va a rafforzare le abilità che sono efficaci per contrastare queste problematiche.

In ogni caso, il percorso può supportare la persona con tecniche specifiche capaci di permettere fronteggiare le emozioni più intense e spiacevoli.

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Schema Therapy

La schema therapy

Per alcuni di noi le prime fasi della vita non sono state facili. Quello che abbiamo attraversato e le prime sfide che abbiamo dovuto fronteggiare possono continuare ad avere effetti sulla nostra vita adulta.

Il contesto sociale e familiare in cui siamo nati può averci aiutato oppure al contrario ostacolato, nel soddisfare i nostri bisogni primari. Tutti i bambini hanno bisogni innati fondamentali, ma non sono in grado di soddisfarli da sé, dipendono dalla capacità di accudimento degli adulti.

Hanno bisogno di:

  • percepire sicurezza, stabilità, nutrimento, accettazione e amore incondizionato,
  • sviluppare competenze, autonomia, fiducia in sé e senso di identità,
  • esprimere emozioni e bisogni ed essere validati per il loro sentire,
  • essere liberi e spontanei nel gioco e nell’espressione di sé,
  • sperimentare limiti realistici che li aiutino a sviluppare autocontrollo e capacità di stare in modo appropriato e responsabile nelle relazioni.

La Schema therapy è un approccio integrato evidence-based, introdotto da Jeffrey Young, che aiuta le persone ad affrontare gli schemi disfunzionali sviluppatisi in tenera età, e adottare modi di pensare e di agire più sani.

Gli schemi sono temi di vita costituiti da pensieri, emozioni, ricordi e sensazioni fisiche. Hanno a che fare con i modi che abbiamo di relazionarci con noi stessi, gli altri e il mondo in generale. Questi modi possono essere problematici o disadattivi quando i bisogni fondamentali dei bambini non sono stati soddisfatti, per i limiti o l’inadeguatezza nell’accudimento ricevuto dalle figure adulte.

Uno schema definito “maladattivo” può portarci a distorcere l’informazione e a spingerci ad agire in modo disfunzionale o a fare scelte non buone per il nostro benessere. Ad esempio, sentirci inadeguati e sbagliati ci può portare ad avere paura di esporci in normali situazioni di vita, dove temiamo di sbagliare, essere malgiudicati e rifiutati o derisi. Questo può condurre a condotte di evitamento delle situazioni dove potenzialmente potremmo fallire, incrementando la nostra sensazione di incapacità e inadeguatezza.

Il trattamento proposto dalla Schema therapy implica identificare ed esplorare gli schemi maladattivi precoci nella propria vita, sviluppare un’approfondita comprensione sia delle origini degli schemi, sia del modo in cui essi creano difficoltà nella vita presente. Si tratta del trattamento elettivo per i disturbi di personalità.

L’intervento consiste nell’essere assistiti dal terapeuta nello sfidare attivamente i pensieri generati dagli schemi, anche con esercizi di tipo immaginativo o esperienziale, e nel perseguire modi di agire diversi rispetto al passato. Vi sono una varietà di tecniche ormai ben consolidate per passare gradualmente dagli schemi problematici a schemi più funzionali e sani.

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Buoni propositi per l’anno nuovo?

Buoni propositi per l’anno nuovo?

Hai già una lista di buoni propositi per il nuovo anno? Sostieni te stesso nel loro raggiungimento!

Per tutti noi è vitale non smettere mai di crescere, migliorare, apprendere, espanderci al nostro meglio.

Non è sempre facile. A volte le nostre routine e abitudini ci ostacolano nel costruirci la vita che vogliamo. Ma se conosciamo come funziona la nostra mente, è un po’ più semplice. Ad esempio costruendo nuove routine o ponendosi nuovi obiettivi e auto-motivandosi nel perseguirli.

Dividi grandi cambiamenti in piccoli passi

Se vuoi salire al piano superiore, guardare l’ultimo gradino in alto e immaginare di arrivarci con un unico grande passo è sufficiente a scoraggiarsi e demordere. “In fondo si sta bene a piano terra”, si finisce per autoconvincersi.

Il primo gradino invece è perfettamente affrontabile, così come il secondo e così via. Abbassa lo sguardo e concentrati sul prossimo passo.

Assicurati delle ricompense

La nostra mente funziona per premi e punizioni. Possiamo auto-motivarci in un compito difficile o noioso assicurandoci di associarlo a degli stimoli gratificanti. Premiamoci per ognuno dei passi fatti, sarà tutto molto più leggero… e la nostra autostima ci ringrazierà.

Senti che questo proprio non basta ad arrivare dove vuoi? Ci sono ostacoli che fatichi a superare da solo? Sei in un circolo vizioso che ti fa apparire impossibile il cambiamento desiderato?

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